Giovani in povertà – Guardiamo i dati statistici dal 2002 al 2022 per comprendere quello che è successo alla disoccupazione dei giovani, e in modo particolare il dato del precariato dei giovani; in questi venti anni nei quali abbiamo massacrato i liberi professionisti e le piccole e medie imprese in Italia per fare contenta l’Unione Europea.
Il precariato è passato da circa il 18% a circa il 36%. Noi abbiamo una fascia di persone che fino a 34 anni deve stare a casa della mamma e del papà perché non ha soldi: questo è il problema. Cioè l’occupazione è diventata un’occupazione precaria. Il precariato è raddoppiato.
Il rischio povertà dei giovani è circa il 25% nella fascia tra i 15 e i 30 anni.
In pratica un giovane su quattro in Italia è povero: questo è il problema.
Un italiano su quattro tra i 15 e i 30 anni è povero perché non ha lavoro, oppure ha lavoro precario.
L’ulteriore notizia drammatica è che tra i 15 e i 30 anni, l’Italia è al penultimo posto.
Perché è sostanzialmente il Paese che ha il più alto livello di giovani cosiddetti “Neet” (Not in Education, Employment or Training), ovvero persone che non hanno un’occupazione, una formazione o un lavoro. E abbiamo il più alto tasso di persone, quasi il 20%, cioè un giovane su cinque, che non ha lavoro, non studia e non fa formazione.
Fonte: Valerio Malvezzi – Docente di Economia Umanistica